La globalizzazione è quel fenomeno che sta portando alla standardizzazione dei costumi e del modo di pensare.
La cultura oggi dominante è senza alcun dubbio quella anglosassone, che partendo dal ‘700 tramite il dominio del Pacifico e dell’Atlantico da parte del Regno Unito e più recentemente da parte degli Stati Uniti, sta portando anche i Paese orientali ad emulare costumi prettamente occidentali.
Ma cosa può aver portato Paesi con culture millenaria a voler occidentalizzarsi fino ad arrivare all’eccesso dei cinesi che vorrebbero avere tratti somatici occidentali. Coloro che hanno avuto modo di visitare la Repubblica Popolare Cinese avranno fatto caso che nei cartelloni pubblicitari sono raffigurati bellissimi ragazzi/e locali con un taglio di occhi da yankee nascondendo i loro tipico taglio a mandorla.
Sicuramente la possibilità di comunicare velocemente ed a costi limitati con chiunque abbia una connessione ha inciso notevolmente. Questo non è sufficiente per spiegare un fenomeno iniziato ben prima dell’era internet.
Che cosa ha portato a scambiare fiumi di capitali in Paesi che si trovano a dieci mila chilometri di distanza dal proprio. Quante volte sentiamo di multinazionali tedesche o americane o cinesi che investono capitali enormi in altri Paesi?
Non c’è una risposta univoca ma sicuramente la seconda guerra mondiale ha avuto indirettamente un enorme influsso. E’ proprio negli anni ’40 che gli Stati Uniti, impegnati su 2 fronte ed a notevole distanza dalle proprie coste, hanno avuto l’esigenza di trovare la soluzione più rapida ed economica per inviare al fronte i vettovagliamenti.
Nascono così i container montati su enormi navi.
Prima del 1940 le merci venivano caricati in enormi faldoni di cotone permettendo un carico limitato.
I container sono dei parallelepipedi rettangolari limitando così la perdita degli spazi al minimo, supportono su di essi altri container creando così più piani.
Non sono stati solo i nuovi contenitori di trasporto che hanno reso i trasporti più economici ma anche le nuove navi. E non è certo la velocità il punto di forza ma la costanza. Le navi hanno l’enorme vantaggio di poter viaggiare 24 su 24 senza alcuna sosta. I costi sono limitati perché i combustibili per nave non sono dei veri raffinati del petrolio ma l’ultima parte residuali delle varie raffinazioni.
Le navi container si muovono con ciò che dovrebbe essere buttato del petrolio: gli scarti del petrolio.
Ad oggi nulla è cambiato dal 1940: i container sono sempre uguali, le navi giocano più sulla loro capienza che sulla loro velocità ed i combustibili sono sempre i più economici.
Tutto questo ha portato alla situazione attuale: produrre degli zaini personalizzati in Lombardia ha costi maggiori che produrli nella provincia del Guangdong cinese a più di 10.000 km dalle nostre coste, farli navigare per 30 giorni e poi scaricarli nei nostri porti.
Se qualcuno volesse porre termine alla globalizzazione è proprio da queste enorme navi che dovrebbe partire.
Nel 2017 è stata varata la OOCL Hong Kong che ha una capienza di 21000 teu corrispondenti a 600.000 metri cubi di merce. Solo per fare un raffronto il nuovissimo palazzo Unicredit a Milano ha una superficie calpestabile di 56.000 metri cubi. La OOCL HK può trasportare in 1 mese 10 palazzi Unicredit da Shanghai a Rotterdam a costi bassissimi.
Non c'è quindi da stupirsi se alcuni nostri cliente ci chiedono prezzi più bassi e ci si accorda per importare la merce a loro necessarie dalla Cina o dall’India. Noi in BlueBag Italia ci siamo attrezzati con i nostri fornitori per riuscire a mettere in produzione anche piccole quantità di ogni tipo di gadget personalizzato. Importiamo via nave a costi praticamente nulli: anstistess personalizzati, buff personalizzati, borsoni ricamati, shopper in cotone stampati in quadricromia, braccialetti personalizzati, portachiavi incisi e poi articoli militari come coin militari.
Tutto questo ad oggi sembra sottointeso ma se solo mezzo secolo fa avessimo chiesto ad un’azienda commerciale di importare da un Paese lontano questo tipo di merci sarebbero rimasti stupiti rispondendo che non avrebbe avuto alcun senso.
Nel 1500 molti scrittori e storici dell’epoca si sono cimentati a parlare dell’ affasciante “nuovo mondo” riferendosi alla Americhe; ma il vero “nuovo mondo” non è un territorio ma una nuova fase.
Questo in cui viviamo è il nuovo e ci vorranno ancora decenni per trovare i nuovi equilibri; a noi non resta che adattarci e capire i cambiamenti. Comprendere che se desideriamo essere competitivi sui mercato dovremmo acquistare alcuni prodotti in Cina, altri in India ed altri ancora in Paese del Sud Est asiatico.
Non ha più senso domandare articoli promozionali prodotti in Italia o in Francia. Quando pensiamo a dei portadocumenti personalizzati con il nostro nome dobbiamo comprendere che può essere fatto meglio ad a costi inferiori a migliaia di chilometri di distanza dalla nostra sede e che il costo di trasporto che ci dovrebbe realmente preoccupare è quello da Milano a Roma o da Venezia a Torino e non certo da Pechino a Genova.
In questo video di 1 minuti possiamo capire cosa sia la globalizzazione:
In pochi anni siamo riusciti ad acquisire diversi clienti in tutti i canali distributivi ed in diversi settori di appartenenza.